Eccomi qui, la mia avventura è ufficialmente iniziata. Ho desiderato tanto questo viaggio, per mesi ho immaginato come sarebbe stato e finalmente oggi ho iniziato a viverlo.
La mia avventura è cominciata martedì mattina 26 giugno. Mi sono alzata all’alba per prendere il pullman che da Genova mi avrebbe portata al Terminal 1 di Malpensa.
Mentre lasciavo Genova, ho assaporato con stupore la bellezza della città baciata dai raggi caldi e dorati della luce dell’alba.
Ho sempre saputo che i momenti migliori per scattare fotografie sono all’alba e al tramonto, ma la mia pigrizia mi ha sempre indotto a cercare la luce del tramonto piuttosto che quella delle prime ore del mattino.
Beh… la luce dell’alba ha un’energia unica, che bacia ciò che tocca in maniera diversa da quella del tramonto, come per darle vita.
Dopo circa 3 ore di viaggio passate per lo più a dormicchiare in pullman finalmente arrivo a Malpensa. A parte il leggero ritardo il volo è stato ottimo. Peccato che mi sono dimenticata di chiedere un posto vicino al finestrino quando ho fatto il check-in.
Amo moltissimo (quando non dormo) guardare fuori ed osservare il mondo da un altro punto di vista: vedere le piante delle città dall’alto, le vette delle Alpi (fortuna vuole che mi sono svegliata giusto in tempo per vedere le Alpi della Val d’Aosta, prima di attraversare la Francia, che è piuttosto piatta….), i piccoli laghi d’alta quota, fiumi, l’immensità dell’oceano, di cui percepisci la grandezza, quando ti accorgi che stai volando da ore, a velocità pazzesche, in mezzo an mare blu che pare infinito.
Arrivata a Toronto (le 8 ore di volo tutto sommato sono volate), passata molto velocemente la dogana è iniziato il momento di “panico”, o meglio di panico no, ma di sconforto nel non riuscire in alcun modo ad attivare il wi-fi gratuito (che altri passeggeri riuscivano ad utilizzare tranquillamente) in nessuno dei 2 cellulari che ho con me, sentendomi assolutamente fuori dal mondo.
Non è stata una bella sensazione (anche perché volevo avvisare a casa che stavo bene e volevo riuscirci, come fanno tutti, usando i wi-fi degli aeroporti), non tanto il fatto di non poter utilizzare internet (e tutte le app che ci permettono oggi di comunicare con il mondo) ma di realizzare quanto siamo, o quanto meno sono schiava di questa tecnologia.
Pur non essendo nata con Internet (giusto qualche anno prima) mi sono abituata subito e alla grande a sfruttarne gli innumerevoli vantaggi che ha portato. Dammi una connessione e google e mi risolvo da sola quasi qualsiasi problema…. toglimi internet e sono “persa.”
A quanto pare sono creativa nel trovare cosa cercare su google per risolvermi un problema, ma un pò meno a risolvermi il problemi con i mezzi di una volta.
Dopo aver preso il secondo volo per Winnipeg ho ripreso a dormire e in men che non si dica sono arrivata a destinazione.
Credevo che avrei dovuto passare ulteriori controlli e che mi avrebbero controllato la valigia, invece a Winnipeg non ho trovato nessuno; Incredibile, sembrava di essere all’aeroporto di Genova. Ho ritirato il mio bagaglio e mi sono diretta verso l’uscita senza incontrare alcun tipo di cancello. Fantastico.
La stanchezza davvero incominciava a farsi sentire. Pur avendo dormito un pò durante il viaggio ero in piedi quasi da 24 ore. Anche se a Winnipeg erano appena le 21… in Italia erano già le 4 ed il mio corpo, senz’altro era ancora sintonizzato su quell’orario.
Arrivata alla Guest house La Cabane, sono stata accolta affettuosamente da Dominique, che dopo avermi mostrato la casa, mi ha indicato la mia camera, dove mi sono precipitata desiderosa di infilarmi subito sotto le coperte.
Una camera piccola ma molto confortevole, un letto comodissimo degno di un 5 stelle, e delle lenzuola così soffici da sembrare di seta. Ho trascorso una notte serena che mi ha permesso di riposare davvero bene.
Questa mattina quando mi sono svegliata ho avuto modo di osservare meglio la Guest house di Dominque.
E’ una casa vissuta, ma molto intima e curata in ogni dettaglio. Davvero ti senti a casa e coccolata. E’ una casa curata con amore, dove davvero c’è il desiderio di accogliere e far sentire a proprio agio gli ospiti.
Mi sono sentita a mio agio subito ed è stato fantastico. Quando mi sono svegliata stamane, ho trovato un post-it in cucina, che mi ricordava che potevo servirmi e prendere tutto quello di cui avevo bisogno.
Fatta colazione, mi sono diretta a piedi verso il centro della città, con lo scopo di procurarmi una sim canadese.
La giornata è volata. Ero sola, ma avevo così tanta voglia di assaporare questa prima uscita alla scoperta della città, che non ho sentito il bisogno di avere qualcuno che mi facesse compagnia o con cui parlare. Mi sono goduta la città e quello che aveva da offrirmi.
Ancor prima della vista, il senso che forse mi si è attivato per prima è stato l’olfatto. Le strade, fin dal mattino odoravano di cibi, spezie, così diverse da quelle a cui sono abituata. Ho scoperto subito, che la città è ricca di locali e centri dove si possono gustare cucine da ogni parte del mondo (asiatiche, nordafricane e naturalmente americane).
Il mio primo pasto in Canada è stato un piatto di spaghetti di riso tailandesi, con verdure e tofu (non piccante). L’ho adorato. Per concludere il pasto, non potevo non ordinare un caffè americano di Starbucks (peccato che quella quantià di caffè bollente io riesco a berla in un mese…e ho dovuto buttarne 2/3)
Riuscire ad avere una sim canadese è stata un’impresa molto semplice. Adesso ho un numero locale e questo mi fa sentire più tranquilla.
Devo dire che la mia prima impressione della gente è ottima. Ho incontrato persone molto cordiali che alla mia richiesta di indicazioni (mi muovevo con una mappa stampata, che gentilmente mi ha fornito Dominique appena arrivata) si adoperavano per aiutarmi.
Inizialmente ero un pò reticente a chiedere aiuto (ahimè sono fatta così, non mi piace chiedere, soprattutto a sconosciuti) anche perché sapevo di dover parlare in inglese e temevo di non essere capita.
Poi mi sono decisa a superare questo stupido imbarazzo ed ho cominciato a chiedere.
Vedendo che le persone erano tutte cordiali e per niente scocciate di aiutarmi, l’ho fatto spesso nel corso della giornata ed è andato tutto alla grande.
Non mi sono mai persa, ho visitato la città e mi sono sentita bene e accolta.
Di sicuro ricorderò questo di Winnipeg. Una città con gente cordiale, in cui sono stata bene e mi sono sentita al sicuro.
Tra poco incontrerò Valerie e Ray, la coppia di fidanzati che si sposerà a giorni nel loro ranch a Rossburn. Io avrò il privilegio di raccontare il giorno delle loro nozze e non solo… perché trascorrerò una settimana assieme a loro e le loro famiglie
Non vedo l’ora!
Vi aggiornerò presto
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