E’ passato ormai qualche mese dal giorno che ho avuto il piacere di conoscere e fotografare Claudio, Elena, Riccardo e Leonardo, ma ricordo bene la sessione fotografica di questa splendida famiglia.
Capita di rado di presentarsi ad un appuntamento per un servizio fotografico di famiglia, senza aver conosciuto almeno uno dei genitori, in studio, prima dello shooting, soprattutto quando i soggetti da fotografare sono bambini o addirittura neonati.
Di solito, chi non mi conosce già, ma abita in zona, dopo aver raccolto qualche informazione iniziale al telefono o via mail, mi chiede un appuntamento in studio prima di decidere di confermare il servizio fotografico. Spesso le mamme vengono assieme ai bimbi, per cui ho anche modo di avere un primo incontro con i piccini prima di fotografarli e a farmi un’idea del carattere.
Elena non mi conosceva direttamente, ma seguiva da tempo la mia pagina facebook per cui aveva avuto modo di capire qual è il mio stile e modo di fotografare i bambini e in generale le persone; per questo mi ha chiamato e chiesto direttamente un appuntamento per un servizio family.
Il giorno stabilito per le foto ero un pò in ansia, proprio perché non avevo la più pallida idea delle persone che avrei fotografato. Sapevo solo che la differenza d’età tra i due fratellini era notevole:9 anni Gabriele e un paio di mesi il piccolo Leonardo.
Fotografare i bambini richiede diverse qualità, che vanno ben oltre l’essere dei bravi fotografi: è auspicabile avere una buona dose di pazienza (quella sempre), ma soprattutto bisogna essere un pò psicologi, per capire (e anche molto in fretta) il tipo di bambino che hai di fronte e poter interagire al meglio con lui per portare a casa il risultato che si ha in mente.
Mi sono fatta l’idea, ma forse è solo una mia impressione, che i bambini non ci mettano più di 3-4 minuti per farsi un’ idea di un adulto che non conoscono e poi decidere che atteggiamento avere con questa persona: disinteresse, curiosità etc… Ti squadrano e ti studiano attentamente appena ti incontrano e solitamente in pochi minuti sono in grado di decidere se gli piaci oppure no.
Tutte le mie “ansie” si sono volatilizzate nel giro di pochi minuti, appena entrata in casa ed essere stata accolta da questa famiglia meravigliosa. Con Riccardo poi, è stato tutto semplicissimo fin da subito: per niente timido, anzi molto socievole, affettuoso con la sua famiglia, curioso, desideroso (fin troppo) di farsi fotografare e per niente geloso del fratellino appena nato.
Insomma: potevo essere più fortunata di così?
Parlando con lui ho capito subito che è un bambino più maturo della sua età. Guardava con molta curiosità una delle mie macchine fotografiche (la Fuji XT2, la piccola di casa) ed ha iniziato a raccontarmi della sua passione per la fotografia, del fatto che già aveva una sua piccola macchina fotografica tutta per sé.
A quel punto è stato più forte di me: gli ho proposto di provare a fare qualche scatto con la mia Fuji. Gli ho spiegato come spostare la messa a fuoco sul soggetto e dove premere per scattare e gli ho chiesto se voleva fare qualche scatto a mamma e papà. Naturalmente gli ho detto che, anche se la macchina era piccola era una macchina professionale da adulti, che avrebbe dovuto tenerla sempre al collo e che era sufficiente premere una sola volta il dito sul pulsante di scatto e che io ovviamente mi sarei fidata di lui, perché sapevo che era stato attento e che avrebbe seguito le mie istruzioni. Gliel’ho messa al collo e, per la prima volta in vita mia da quando faccio questo lavoro (avevo già fatto aiutato altri bambini a fare qualche scatto per renderli partecipi durante la sessione fotografica, ma tenendo sempre io la macchina al collo e facendo solo premere sul pulsante di scatto) ho dato in mano una mia macchina ad un bambino permettendogli di fare qualche scatto in autonomia.
Riccardo è stato bravissimo. Ha fatto i suoi scatti prestando molta attenzione a quello che gli avevo detto e tutto felice (forse anche un pò incredulo) mi ha restituito la macchina appena gliel’ho richiesta indietro.
Qualcuno forse (soprattutto qualche collega) penserà che sono stata pazza e incosciente a dare in mano ad un bambino di 9 anni una macchina professionale che ha la parvenza di un giocattolo, ma che di fatto non lo è, ma io sentivo che potevo stare tranquilla e mi sono fidata.
Dopo un’oretta di foto a casa, visto la splendida giornata di sole, abbiamo concluso la mattinata al parco Tigullio per qualche scatto all’aperto.
Il tempo trascorso assieme a Riccardo, Leonardo, mamma Elena e papà Claudio è stato speciale. Cogliere l’amore e la serenità che si respira dentro le mura di questa casa è stato un compito semplice. Una mattinata di lavoro di quelle particolarmente felici, che ti riempe di energia…e ancora una volta, quando succede, torno a a casa più carica di quando sono uscita
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