Quello di Judit avrebbe dovuto essere un servizio di maternità. I piani erano quelli.
Con l’avvicinarsi del termine, quando mancavano ormai poche settimane alla presunta data del parto… ( troppo tardi in realtà, visto che Matteo ha poi deciso di stupire tutti e di anticipare di qualche giorno la sua nascita) avevamo stabilito di vederci per qualche scatto al pancione, così come avevamo fatto qualche anno prima in occasione dell’arrivo di Martina. Matteo però era così impaziente di nascere che quando Judit mi ha chiamato per fissare il nostro appuntamento, il tipo di servizio fotografico si è trasformato da maternità a newborn.
Dispiaciuta? Affatto… Ho potuto conoscere il piccolino e fare qualche scatto a tutta la famiglia.
Gestire un servizio fotografico newborn a domicilio quando c’è già una sorellina o un fratellino non è un’impresa facile. Martina aveva le idee ben chiare e le ha espresse fin dal principio. “Io non voglio essere fotografata”.
Appena sono arrivata è scappata via nella sua stanza ed io come sempre l’ho lasciata fare, concentrandomi soprattutto sul fratellino e non dandole troppa importanza. Sapevo ovviamente che i genitori desideravano anche delle foto tutti assieme, ma ci siamo presi il dovuto tempo. Ogni tanto andavo a cercarla nella sua stanza e la osservavo giocare con la nonna. “Niente foto, se non mi dici che posso! ”
Appena il papà è rientrato a casa dal lavoro prima del tempo per poter fare il servizio fotografico, ne ho approfittato per rubare qualche scatto spontaneo a papà e figlia assieme. La gioia di Martina, che non vedeva l’ora di saltare al collo del suo papà… e di poter giocare un pò con lui, superava di gran lunga la paura o il fastidio di essere fotografata da me. Io non ho resistito: poter cogliere momenti così belli e spontanei è una tentazione troppo forte.
Dal mio modo di vedere le cose e la fotografia di famiglia, non c’è ritratto posato che tenga e che possa competere, anche se perfetto sotto ogni punto di vista (tecnica, composizione, luce, espressione dei soggetti).
Nel momento in cui abbiamo deciso di fare qualche foto anche con Martina (non rubato) le ho chiesto il permesso, come si farebbe con un adulto. Nessuna promessa, minaccia, premio da parte dei genitori etc… E’ bastato chiederle il permesso, senza inganno o sotterfugi, per avere la concessione di qualche scatto nel lettone tutti assieme, con la certezza però che avrebbe potuto andarsene in qualsiasi momento, quando non ne avrebbe avuto più voglia. Per rendere l’esperienza più interessante e giocosa possibile, ho invitato, soprattutto il papà a continuare a giocare con lei e ad intrattenerla.
Tutti assieme nel lettone, hanno ascoltato Judit mentre leggeva una storia, una delle preferite di Martina e cantato al piccolo Matteo una dolce filastrocca, la stessa che Judit cantava anche a lei quando era appena nata per farla addormentare. In tutto ciò, il piccolino di casa era tranquillissimo e sonnacchioso, come ci si aspetta da un neonato di neanche 2 settimane di vita.
Durante il tempo trascorso assieme abbiamo parlato della nascita di Matteo, che è avvenuta in maniera decisamente inusuale, con un parto naturale in casa, programmato e assistito da una bravissima ostetrica. Mi ha raccontato del giorno della nascita e della reazione di Martina, che è uscita per andare al Carnevale con l’amichetta e quando è rientrata a casa ha trovato il fratellino appena nato.
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